venerdì 11 febbraio 2011

Stasera è una serata così, fatta di tristezza. Tristezza che non vorrei ma che mi aleggia addosso. E non dovrei, quando fino a pochi istanti fa era sorriso sulle mie labbra e risa forte dalla mia bocca. Eppure è così... ma come non amare pure lei, quando alla fine anche lei fa parte di tutto ciò che tu sei? e così scopro, ironia nella mia testa, che anche l'amarezza di un cuore che ora ti brama mi riempie di gioia per averti vissuto
sorridi, e prendi in giro il mondo, mentre lo stai amando. Sguardo che parla senza parole, mentre una ruga sfacciata carica di insolenza il tuo volto. Ma sei così, bello sfrontato e maledettamente vero
ho preso delle stelle per illuminare il buio di questa notte. Ho preso delle stelle che mi tracciassero il cammino in una notte che non comprendo. Ho preso delle stelle ed hanno tracciato il tuo volto
e resto a guardarti. vedo il tuo viso che parla di speranza e illusione, di realta e sogno, di dolcezza e crudeltà. Accarezzo i tuoi lineamenti, mani che si perdono nella nebbia, dita che si stringono intorno a tratti irraggiungibili. E resto a guardarti mentre i miei occhi si aprono alla realtà

mercoledì 9 febbraio 2011

Mi dici di scrivere poesie...Poesia? cosè una poesia? è una parola così importante di cui io non son degna. Prendo le lettere di un alfabeto con radici lontane per creare un gioco di parole di suoni di vibrazioni che creano illusioni dentro al mio cuore. Che confondono la mia mente e mescolano i miei pensieri, e le condivido con te, nell'illusorio sogno di poterti parlare nel cuore senza usare parole
Vorrei ancora le tue mani. Le tue mani che sapevano creare emozioni al solo sfiorare l'aria che mi accarezzava. Vorrei ancora le tue mani, quel calore che prometteva piacere al solo sentirlo. Vorrei ancora le tue mani, ora qui adesso vicine a me. E sapere che non sono più cosi lontane
Le guardo. Piccole lettere con cui giocare, come un biscaziere le mescolo, nel tantativo di estrarre una nota vibrante. Le impilo, fiches di una tavolo a poker da cui estrarre brividi. Ma ricadono misere sparse sul tavolo da gioco delle mie emozioni. Le riprendo le riguardo le rimescolo ancora. Ma tutto sembra inutile. Oggi l'unico nota che riesco ad estrarre suona stonata e graffiante

martedì 8 febbraio 2011

Taci. Ho ascoltato troppo a lungo parole vane illusorie ridondanti di instabili certezze. Parole che raccontavano di realtà che avevano da rimanere sogni. Taci. Ora taci. Che l'unica parola da ascoltare è il silenzio in cui parla la vita
e mi fermo ad ascoltare il respiro di questo cielo, a guardare il suo azzurro che parla già di primavera, a cogliere fra le mani il tepore di un sole che gioca ad essere di maggio. E in tutto questo io trovo di nuovo te
fraseggio giocando con singole lettere che emettono suoni, e intanto mi fermo a vibrare in esse, con piccole sillabe che scopro creare emozioni, simili a note che compongono un canto

8 febbraio 2011

E resto a guardarti andar via. Occhi assonnati impigliati ad un raggio di sole di primo mattino, con il desiderio di trattenere ancora per un attimo il tuo viso. Mentre di nuovo torni ad essere soffice sogno